Christian Leotta esegue Beethoven - Le 32 sonate in otto concerti a Palazzo Vendramin Calergi Chiara Squarcina, "VENEZIA MUSICA E DINTORNI", n. 16 - maggio/giugno 2007 "Le trentadue sonate di Beethoven sono le protagoniste dell'impareggiabile capitolo musicale proposto, nel salone delle feste di Palazzo Vendramin Calergi, dall'Associazione Richard Wagner di Venezia e affidato al pianista Christian Leotta. Un programma voluto espressamente dal presidente dell'Associazione Richard Wagner, Giuseppe Pugliese, in quanto da sessant'anni a questa parte non era mai stata riproposta l'integrale delle sonate beethoveniane affidate, peraltro, ad un solo interprete. Un aspetto non marginale perché solo attraverso un'esecuzione complessiva e grazie ad una chiave interpretativa legata ad un solo pianista si può garantire uno sviluppo coerente e consequenziale del discorso pianistico espresso da Beethoven in queste pagine. L'opera nella sua complessità identifica, infatti, un edificio poderoso che evidenzia i principali passaggi stilistici di Beethoven ma soprattutto le concezioni intellettuali e politiche dello stesso. In queste creazioni convivono, qualche volta anche in maniera contrastante ma sempre equilibrata, l'aspetto più strettamente compositivo e quindi più aulico e quello più legato al versante umano, ovviamente più materiale. Il non facile compito di focalizzare la complessa maturazione creativa del compositore è stato svolto in modo eccezionale da Leotta che ha saputo costruire con lucidità un evento compiuto, sempre rispettoso della scrittura beethoveniana. La tastiera per Leotta era diventata come una tavolozza inesauribile da cui estrapolare i suoni e le sfumature per creare gli splendidi "quadri" armonico-melodici beethoveniani animandoli con espressività attentamente misurata, mai enfatica. Così con Leotta le impervie costruzioni stilistiche del compositore sfumano nell'interpretazione per dare la possibilità all'ascoltatore di percepire al massimo la purezza espressiva e la forza della dinamica creativa. Nella sfida, non facile, di proporre queste 32 pagine, Leotta ha compiutamente dato vita a un capitolo pregevole evidenziando, a seconda della sonata, quella costante e, a volte, sotterranea tensione dialettica fra due principi contrastanti: da una parte l'adesione di Beethoven al mondo delle simmetrie formali che egli eredita dalla tradizione classica di Haydn e Mozart, dall'altra la tendenza a inserire in questa organizzazione razionale della materia sonora elementi di contrasto, di impeto e di spregiudicatezza che ne spezzano la linearità, ne turbano la limpidità, ne tormentano il profilo. Il pianista ha portato alla luce con assoluta coerenza tutti questi aspetti trovando, di volta in volta, un equilibrio consono al tema della sonata concretizzando pertanto un'esecuzione prodigiosamente compatta dove le sfumature che ne costituiscono la peculiare ricchezza sono state illuminate con sapiente maestria. Infatti fra i vari capitoli tematici si sono perfettamente rispecchiati gli slanci che caratterizzano la fase eroica della conquista delle libertà borghesi innalzate a ruolo di sublimi raggiungimenti ideali. Il tutto esaurito ai singoli concerti, il totale e completo consenso di pubblico nonché la costante forza esecutiva di Leotta, mai venuta meno grazie alla sua incisività e introspezione esecutiva, hanno caratterizzato uno degli eventi più significativi della primavera". TRANSLATION: Christian Leotta performs Beethoven - The 32 sonatas in eight recitals at Palazzo Vendramin Calergi "Beethoven's thirty-two sonatas, interpreted by the pianist Christian Leotta, have been the protagonist of the unparalleled musical event organised in the "Salone delle Feste" of Palazzo Vendramin Calergi by the Venetian "Associazione Richard Wagner". A program which was expressly chosen by the Chairman of the Associazione Richard Wagner, Mr Giuseppe Pugliese, given that such an event of the complete performance of the Beethoven sonatas, played moreover by a single pianist, has not been presented in Venice for sixty years. An aspect worthy of note, especially in view of the fact that a coherent and consequential interpretation of Beethoven's sonatas and of his pianistic aspects, can only be guaranteed by an integral performance if given by a single pianist. In fact, taken as a whole and in their complexity, these works identify a powerful structure which brings Beethoven's most important stylistic passages to light, but, above all, highlight his intellectual concepts and political ideas. In these creations live side by side, sometimes in contrast but always balanced, the musical aspects in the strictest sense of the word and therefore more aulic, along side those closest to the human, and as such naturally more material. The difficult task of focusing on the complex path embarked on by the composer towards maturity has been outstandingly carried out by Leotta, who has been capable of lucidly constructing a whole event, always respecting Beethoven's musical intentions. For Leotta, the keyboard has become an inexhaustible palette from which to coax shades and nuances and recreate beautiful Beethovian "paintings" in terms of harmonies and melodies, breathing life into them with carefully measured, never emphatic, expressiveness. As such, the impervious stylistic constructions of the composer acquire new shades in Leotta's interpretation, giving the listener the possibility of perceiving at the highest level the expressive pureness and a creative dynamic force. In taking on the demanding challenge of interpreting these 32 pages, Leotta has willingly brought to life a precious musical event, highlighting the constant and sometimes subterranean dialectic tension - depending on the sonata - between two divergent principles: on the one hand, Beethoven's adhesion to the world of formal symmetries which he inherited from the classical tradition of Haydn and Mozart, while on the other, his tendency to place contrasting, impetuous and unconventional elements within this rationally organised music, breaking its linearity, disturbing its limpid nature, and tormenting its form. The pianist has brought all of these aspects to life with total coherence, always finding, from time to time, a balance suited to the theme of the sonata, and as such, giving a performance which is prodigiously compact and whose nuances - which constitute its singular richness - have been illuminated with skilful mastery. In fact, the headlong rushes which mark the heroic phases of the conquest of bourgeois freedoms, lifted up to the role of the attainment of sublime ideals, have been perfectly reflected between the various aspects. Each recital was completely sold out. This, combined with a total and complete consensus from the public and Leotta's steady, forceful performances - present in each recital thanks to his incisiveness and introspection - were the features of one of the most significant events of this Venetian Spring". Christian Leotta e l’opera-mondo di Beethoven Carlo De Pirro, “LA NUOVA VENEZIA”, Domenica 22 Aprile 2007 “Il giro dell’anima in trentadue sonate, otto concerti evaporati al «chiaro mondo» dell’Arietta (Sonata op.111), con la mente che va al Canto Trentaquattresimo: «tanto ch’ì vidi de le cose belle / che porta’l ciel, per lo pertugio tondo. / E quindi uscimmo a riveder le stelle». Christian Leotta ha concluso a Ca’ Vendramin Calergi l’integrale delle sonate per pianoforte di Beethoven organizzato dall’Associazione Richard Wagner in collaborazione con il Casinò di Venezia. Una di quelle opere-mondo in cui generazioni di appassionati e interpreti si sono specchiati con intatta meraviglia, prova a cui il solista può reagire in confidenza, complicità, purezza strutturale, metamorfosi di forme e di psiche. Leotta diffida dell’orizzonte teatrale, quei teatri immaginari tante volte evocati in Beethoven. Si inizia con la Sonata op. 31 n.1, neo-barocco al cubo, da condire in ironia. Leotta gli mette un bel busto, ironizza alla «tedesca», geometrizza come fosse un iper-cembalo, non si concede mistero né gioia, preferendo radicalizzare il contrasto. Infatti si torna indietro, Sonata op.13 (Pathétique), e l’impeto inizia ad affondare. Una bella collaborazione fra mano destra e mano sinistra, ognuna con una precisa missione timbrica da svolgere, fonde pensiero cartesiano e impeti proto-romantici. Il cantabile scultoreo dell’Adagio mantiene comunque un equilibrio fra struttura e implosioni, il controllo analitico imposto alla partitura non permette scissioni emotive nell’incalzare del Rondo, ma come si diceva Leotta è ancora in quella fase in cui si dubita ci si possa scindere come compositori, figurarsi come esecutori! Complessivamente si delinea uno personalissimo studio sul «colore» del suono senza pedale (costante che attraversa i momenti più caratteristici del suo agire timbrico) che la Sonata op.78 spinge in luminose tensioni. Fino a quello studio sul tempo infinito che è la Sonata op.111, prima in forma di fugato, poi in un lento distillare all’André Breton: «Un bravo scrittore è come una goccia d’olio: quando cade fa una macchia piccola, ma con il passare del tempo si allarga a tutto il foglio fino a riempirlo». Manca la gioia della variazione «rag-time», ma il risultato espressivo è autorevole, originale, lungamente applaudito”. TRANSLATION: Christian Leotta and the magnificent world of Beethoven “Around the soul in thirty-two sonatas, eight concerts that evaporate into the “enlightened world” of the Arietta (the Sonata Op.111), with the mind that travels to the Thirty-fourth Canto (from Dante Alighieri’s “Heaven” of “The Divina Commedia”): “Till I beheld through a round aperture/Some of the beauteous things that Heaven doth bear/Thence we came forth to rebehold the stars”. Christian Leotta has concluded his performance of the entire corpus of Beethoven’s piano sonatas at Ca’ Vendramin Calergi, organized by the Richard Wagner Association in collaboration with the Venice Casino. One of those magnificent works in which generations of enthusiasts and artists have always mirrowed themself with unimpaired wonder, proof to which the soloist can react with confidence, complicity, structural purity, metamorphosis of form and psyche. Mr. Leotta is diffident to theatrical horizons, those imaginary theatres often evoked in Beethoven. He begins with the Sonata Opus 31, No. 1, neo-Baroque to the hilt, to be taken with irony. Mr. Leotta puts her into a lovely bust, with a tinge of “Teutonic” irony, geometricizes as if it were a hyper-cembalo, leaving no room for mystery or joy, opting to radicalize the contrasts. In fact, he steps back to the Sonata Op. 13 (Pathétique) and the outburst begins to fade. A splendid collaboration between right and left hand, each one with a precise timbre mission to carry out, blending Cartesian thought and proto-Romantic passions. The sculptured cantabile of the Adagio maintains a balance between structure and implosions, the analytical control imposed over the score allows him no emotional schisms in the driving Rondo, but as was said before, Mr. Leotta is still in that phase when it is doubtful if a composer can make a schism, let alone a performer! Overall, he outlines a highly personalized study of the “color” of sound with no pedal (a constant that marks the most characteristic moments of his timbre effects) that the Sonata Opus 78 pushes into brilliant tensions. Up until that study on the infinite tempo which is the Sonata Op. 111, first in a fugue, then in a slow distillation al la André Breton: “A good writer is like a drop of oil: when it falls it makes a small spot, but over time it spreads out over all the page until it fills it”. There is no joy in the “rag-time” variation, but the expressive result is authoritative, original, willingly applauded”. Christian Leotta e i tre stili di Beethoven Mario Messinis, "IL GAZZETTINO DI VENEZIA", Venerdì 23 Marzo 2007 "Esistono davvero i tre stili di Beethoven, secondo la canonica tripartizione di Lenz, risalente addirittura al 1855? Per quanto riguarda le 32 sonate pianistiche - ora riproposte integralmente in otto concerti dal 27enne Christian Leotta a Ca' Vendramin Calergi per l'Associazione Wagner e il Casinò - si sarebbe tentati di proporre qualche distinzione. Quei tre periodi sono soltanto classificazioni approssimative che, volta a volta, possono essere messe in discussione. Per esempio la Sonata op. 2 n. 1 segna l'irruzione volitiva e determinata del primo Beethoven che nel 1792, solo 22enne, chiude drasticamente il rapporto con il Settecento - con Haydn e Mozart, soprattutto - e si apre al nuovo secolo. In certo senso l'op. 2 n. 1 è più avanzata della breve ed evasiva op. 79 del 1811 (pure inserita nel programma), specie per quanto concerne gli ultimi due tempi: un Minuetto che non è più un minuetto sdoppiato con un Trio, molto articolato, e un rapinoso Presto conclusivo con polifonie precorritrici dell'ultimo periodo. Leotta definisce assai bene il carattere di questa sonata: cancella Mozart dal suo orizzonte espressivo, guarda semmai alle asprezze di Clementi e crea una incisiva drammaturgia del brillante, rivelando un aspetto che è tipico degli Allegro beethoveniani. C'è sempre in questo interprete una certa ritrosia per il cantabile lirico: a suo parere il cantabile fa parte della struttura, inerisce ad una idea della musica legata a saldi principi costruttivi, senza aprirsi a tentazioni romantiche, peraltro ancora estranee a Beethoven. Non a caso nel compositore viennese le scelte «progressive» sono soprattutto linguistiche. Così la Sonata op. 27 n. 1 risulta molto sperimentale. La contrastante struttura a molteplici pannelli è ardita: il pianismo stravagante procede per scarti d'umore, per incisi drammatici e slarghi patetici. Un magistrale «unicum» che Leotta realizza con consapevolezza musicale, chiarendo le illuminazioni periodiche, ma anche coordinandole con mentale convinzione. Leotta è cresciuto alla scuola di Karl Ulrich Schnabel (il celebre didatta figlio del grande Arthur) e di Rosalyn Tureck, quanto dire il conoscitore dello stile classico e la rivelatrice del contrappuntismo bachiano. È evidente che la severità del discorso, l'insieme delle architetture e le tensioni polifoniche del tardo Beethoven sono al centro degli interessi del giovane pianista. Pubblico numeroso, caldo successo". TRANSLATION: Christian Leotta and the three styles of Beethoven “Are there truly three styles in Beethoven, according to the standard tripartition of Lenz, dating back as far as 1855? With regards to the 32 piano sonatas – now performed in their entirety in eight concerts by the 27 year-old Christian Leotta at Ca’ Vendramin Calergi for the Wagner Association and the Casino – it would be tempting to make some distinctions... For example, the Sonata Opus 2, No.1, signs the strong-willed and determined irruption of the early Beethoven who, in 1792 at only 22 years of age, drastically cut off the rapport with the 18th century - with Haydn and Mozart above all - to welcome the new century... Mr. Leotta defines extremely well the character of this sonata: he cancels Mozart from his expressive horizon, looking eventually to the asperities of Clementi, and creates an incisive dramaturgy of the brilliant, revealing an aspect that is typical of Beethoven’s Allegros. There is always in this interpreter a certain coyness for the lyrical cantabile: according to him the cantabile is part of the structure, that it pertains to an idea of the music tied to strong structural principles, without opening to Romantic temptations, which are, in any case, still foreign to Beethoven. Not by chance the “progressive” choices by the Viennese composer are mostly linguistic ones. Therefore, the Sonata Opus 27 No. 1 turns out to be very experimental. The contrasting structure with multiple panels is daring: the extravagant pianism proceed by mood swings, dramatic parenthesis, and sentimental catharses. A magistral “unicum” that Mr. Leotta realizes with musical awareness, clarifying the periodic illuminations, but also coordinating them with mental conviction. Ms. Leotta was brought up at the Karl Ulrich Schnabel School (the celebrated teacher, son of the great Arthur) and that of Rosalyn Tureck, so as to say the connoisseur of the classical style and the one who revealed the Bach-like counterpoint. It is evident that the severity of the music principles, the whole of the architectures and the polyphonic tensions of the late Beethoven are at the centre of the young pianist’s interests. A numerous audience, a welcomed success”. Christian Leotta Mirko Schipilliti, “LA NUOVA VENEZIA”, Mercoledì 21 Marzo 2007 “…Christian Leotta, ventisettenne, esegue da cinque anni in Italia e all’estero l’integrale delle 32 sonate di Beethoven, ciclo ripetuto già più di dieci volte, impresa titanica che sembrava privilegio di età più avanzate per pianisti di fama come Pollini, Barenboim o Schiff, a Venezia assente da 60 anni (fu eseguita nel 1948 da Louis Kentner al Circolo Artistico di Venezia)… L’approccio di Leotta è rispettoso e cauto, senza esagerare caratteri e colori, conducendo letture equilibrate in cui valorizza soprattutto le sezioni più lente, dove porre in risalto la nitida cantabilità e le armonie, come nelle velate tinte dell’Adagio del “Chiaro di luna”, e accendendo con magniloquenza e imponenti sonorità le pagine dell’ardua “Hammerklavier”… TRANSLATION: Christian Leotta “…Christian Leotta, 27, has been performing the entire cycle of the 32 Beethoven piano sonatas in Italy and abroad for more than ten times, over a period of more than five years – a titanic undertaking that seemed a privilege of older ages, for pianists of fame such as Pollini, Barenboim, or Schiff, absent in Venice for over 60 years (it was performed in 1948 by Louis Kentner at the Circolo Artistico of Venice)… Mr. Leotta’s approach is respectful and cautious, without exaggerating characters and colours, leading balanced readings in which he mostly enhances the slower sections, where he highlights the limpid cantabile and the harmonies, as in the veiled hues of the Adagio of the “Moonlight Sonata”, and lighting up with magniloquence and majestic sonorities the pages of the arduous “Hammerklavier”…". Christian Leotta, un giovane pianista nella “selva oscura” di Beethoven Mario Messinis, "IL GAZZETTINO DI VENEZIA", Mercoledì 7 Marzo 2007 "L'Associazione Wagner, con il sostegno del Casinò, si apre alla organizzazione concertistica, anche al di là dei consueti impegni istituzionali, a Ca' Vendramin Calergi, nelle sale che ospitarono il grande compositore fino alla morte. Quest'anno figura l'integrale delle trentadue sonate di Beethoven in otto concerti, nell'esecuzione del 27enne pianista catanese Christian Leotta. Il primo programma offre un sintetico spaccato dei cosiddetti "tre stili" beethoveniani e consente di cogliere i caratteri interpretativi del giovane solista nella selva oscura di quel pianismo. Ad apertura due sonate della prima stagione compositiva. L'opera 14 n. 2 in sol maggiore del 1799 è una sonata retrospettiva, di garbato lirismo, un pensiero rivolto al Settecento, che esprime un gusto quasi neoclassico, rispetto alle tensioni espressive dell'opera 13, la "Patetica", che precede questo brano di qualche mese: Beethoven amava i periodici ritorni dopo opere ardite (si pensi all'Ottava Sinfonia). L'opera 2 n. 3 in la maggiore, scritta tra il 1794 e il 1795, è invece già un significativo testo linguisticamente radicale per l'ampiezza delle proporzioni e per gli arditi contrasti. Qui il Settecento (nonostante la data) è lontano: non si può pensare ad una composizione più estranea a Mozart o a Haydn: Beethoven parla già perentoriamente in prima persona. Con l'"Appassionata" del 1804 la rottura con il passato è definitiva: la violenza scardina i principi tradizionali, emerge una impressionante dimensione materica del suono, un discorso tumultuoso, che sembra includere, ma anche travalicare, l'iperbole romantica. Infine con la Sonata op. 109 in mi maggiore Beethoven tende alla trasfigurazione, ad un intimismo sublime e rarefatto: la variazione come astratto soliloquio, che Brahms renderà colloquiale e mirabilmente domestico. Christian Leotta è un interprete rigoroso. Mira a cogliere del primo Beethoven le novità strumentali, senza nostalgie per il Settecento. Allievo della celebre Turek, ne ha appreso l'interesse per le architetture nitide e per i severi decorsi esecutivi. Nell'"Appassionata" Leotta evita le ardenti emozioni, prediligendo, alle apertura patetiche, asciutti principi costruttivi, esatte dimensioni formali. Infine il tardo Beethoven, quello dell'op. 109 del 1820, nella quale Christian Leotta offre il meglio di sè. La sua tendenza a desensualizzare il suono e il suo interesse per strutture limpide, quasi astratte, coincide con il carattere dell'opera: basti pensare come, nel primo movimento, ai lucidi disegni ornamentali succeda l'Adagio colto dal pianista nella sospensione del tempo e con una linearità anti romantica di fraseggio. (Forse, per i prossimi concerti, sarebbe utile sostituire lo Yamaha con un pianoforte dal suono meno duro). Giuseppe e Alessandra Pugliese, prima dell'esecuzione, hanno chiarito le ragioni di questo ciclo dedicato a Beethoven, autore, com'è noto, prediletto da Wagner". TRANSLATION: Christian Leotta, a young pianist in the “dark thicket” of Beethoven “…the first program offers a synthetic cross-section of the so-called “three styles” of Beethoven and allows us to capture the interpretive characters of the young soloist in the dark woods of that pianism…Christian Leotta is a rigorous interpreter. He aims to capture the instrumental innovations of the first Beethoven without any 18th-century nostalgia. As a disciple of the renowned Turek, he has learned from her the interest in clear architectures and strict performance procedures. In the “Appassionata”, Leotta avoids consuming passions, insisting on precise formal dimensions and sharp constructions rather than a sentimental opening. At the end the last Beethoven, that of the Opus 109 of 1820, in which Christian Leotta offers his best. His tendency to desensualize the sound and his search for limpid, almost abstract structures, coincides to the character of the work: it suffices to think how, during the first movement, the shimmering ornamental effects are followed by the Adagio, gathered by the pianist in a suspension of time and with an anti-romantic linearity of the phrasing…”. Leotta, héros de l’intégrale Beethoven Claude Gingras, “LA PRESSE”, Montréal (Canada), dimanche 26 novembre 2006 “L’Ensemble instrumental Appassionata complétait vendredi soir sa présentation des cinq Concertos pour piano de Beethoven avec autant de solistes. Après un premier concert groupant les deux derniers concertos, ce sont les trois premiers qu’on entendait le dernier soir. L’Italien Christian Leotta – dont l’intégrale des 32 Sonates du même Beethoven, en 2002 au Bon-Pasteur, nous a surtout laissé de bons souvenirs – donna du troisième Concerto une interprétation de trés haut niveau, tant musical que pianistique, et d’un contrôle absolu… Des cinq solistes, il fut incontestablement le plus fort…”. TRANSLATION: Leotta, hero of Beethoven’s Integral “The instrumental Ensamble Appassionata last Friday evening has completed its presentation of Beethoven’s five Piano Concertos with as many soloists. After the first concert made up by the last two Piano Concertos, we have listened last evening to the first three of them. The Italian Christian Leotta – that left us a specially good memories performing in 2002 at the Bon-Pasteur the integral of the 32 Sonatas by the same Beethoven - gave of the third Concerto an interpretation of the highest level, both musically and technically, and of an absolute control… He was with no doubt the best of the five soloists…”. Un monumento sonoro Héctor Guardado, “NOROESTE”, Mazatlán, (Mexico), Domingo 22 de octubre de 2006 “…La estrella de la noche fue el pianista italiano Christian Leotta…El pianista escorgió una obra (el Concierto número 2 para piano y orquesta, de Beethoven) que le permitió lucir su talento sin arriesgarse, los tres movimientos de esta obra no tienen grandes dificultades tècnicas, sólo el final del primer movimiento le permite al solista lucirse con un complejo despliegue de técnica musical. El resto debe ser interpretado con la pulcritud y la mesura que la perfección, sin amaneramientos ni melodramas, que la obra de Beethoven exige. Esta actitud es lo más difícil para quien aborda a este compositor, contenerse, no dejorse arrebatar por la emoción, porque la obra sonora por sí sola se eleva a los cielos jalando a todos los que la están escuchando. Leotta aprendió bien la lección para interpretar Beethoven, del que dice es su autor favorito, deja que la música florezca, respetándola con humilidad y brillando él, a través de ella”. Tranlsation: A sound monument “…The star of the night was the Italian pianist Christian Leotta… The pianist chose a piece (Beethoven’s Concerto No. 2 for Piano and Orchestra), which allowed him to display his talent without risk. The three movements in this piece are not too difficult technically, and only the end of the first movement permits the soloist to shine with a complex display of musical technique. The rest should be interpreted with exquisiteness and moderation, without affectation or melodrama, that is required by Beethoven music. This attitude is the most difficult part when performing works by this composer: to be temperate, not getting carried away by emotion, since the piece rises to heaven by itself, taking all who are listening to it. Leotta has learned the lesson well to interpret Beethoven – whom he says is his favorite composer -, he lets the music blossom, humbly respecting it, while shining through it”. Sublime amalgama Victor Higadera, “El Sol de Mazatlan”, Mazatlán (Mexico), Domingo 22 de octubre de 2006 “Con el brillo musical de las cuerdas la Orquesta Sinfónica Sinaloa de las Artes inició la ejecución del “Concierto N° 2 para piano y orquesta”, de Beethoven. Christian Leotta se intergró luego para exaltar con su intervención los bien logrados contrastes de la obra. Sin desprender la vista del teclado develó una sonoridad delicada, exacta y fluida. Dulzura, idilio y suavidad se escurrieron durante el adagio, en el que el joven concertista extrajo colores del piano y por momentos pareció conducirlo al límite del último suspiro… El diálogo instrumental continuó en el tercer movimiento, donde la vitalidad y la gracia prevalecieron en una exposición magistral de la belleza y voluptuosidad energética de la pluma del compositor alemán. La interpretación madura y pulida de Leotta lo confirmó como un diestro conocedor del repertorio y dejó un buen sabor de boca en quienes asistieron atraídos por la genialidad de un pianista que a sus 22 años había presentado íntegralmente las 32 sonatas de Beethoven…El aplauso prolongado y efusivo de la concurrencia fue el justo reconocimiento por el espléndido desempeño en la construcción de dos horas de delicia musical”. TRANSLATION: Sublime amalgam “With the musical brightness of the strings, the “Sinaloa Symphony Orchestra for the Arts” started the performance of Beethoven’s “Concerto No. 2 for Piano and Orchestra.” Later, Christian Leotta entered to exalt the music’s well-achieved contrasts with his performance. Without taking his eyes off the keyboard, he unfolded a delicate, precise, and fluid sound. Softness, idyll, and smoothness flowed during the adagio, where the young solo performer extracted colors from the piano, and at moments, he seemed to drive it to the limit of the last breath. The instrumental dialogue continued into the third movement, where vitality and grace prevailed in a majestic display of beauty and energetic voluptuousness from the German composer’s style. Leotta’s mature and polished interpretation corroborated him as a skillful repertoire expert, and he left the attending audience with a very good impression. The audience was drawn by the piano genius, who at 22 performed the complete set of Beethoven’s 23 sonatas... The extended and effusive applause from the audience was the proper acknowledgment for the splendid two-hour performance of musical exquisitely”. Memorable concierto Azucena Manjarrez, “NOROESTE”, Culiacán (Mexico), 19 de octubre de 2006 “…Le siguió a esta obra el Concierto núm 2 para piano y orquesta Op. 19 de Ludwig van Beethoven, haciendo su aparición Christian Leotta. Con una precisión y una lograda unión con la Orquesta Sinfónica Sinaloa de las Artes, sacaron a la perfección los tres movimientos de la composición; Allegro con brio, Adagio y Rondo – Allegro Molto. Fue tal la emoción del artista que regresó de manera inesperada al escenario para regalar de manera individual el primer movimiento de la Sinfonia núm 5, en do menor Op. 67, de Beethoven, que para cerrar el concierto la ejecutó completa la Orquesta Sinfónica Sinaloa de las Artes… La noches memorables se logran de esta manera, cuando está latente ese espíritu de artista”. TRANSLATION: Memorable concert “…Following this, Christian Leotta made his appearance on stage with Ludwig van Beethoven’s Concerto No. 2, for Piano and Orchestra, Op. 19. With an accuracy and union achieved with the “Sinaloa Symphony Orchestra for the Arts”, they brilliantly performed the three movements: Allegro con brio, Adagio, and Rondo – Allegro Molto. The artist was so moved that he unexpectedly returned to the stage to perform the solo version (by F. Liszt) of the first movement of Beethoven’s Symphony No. 5 in C minor Op. 67, which was fully performed by the “Sinaloa Symphony Orchestra for the Arts” to close the concert... Memorable nights are thus achieved, when the artist’s spirit is still latent”. Mucho más que veinte dedos Lázaro Azar, “REFORMA”, Mexico City, 16 octubre 2006 “Cada uno en sus términos, los dos recitales pianísticos que el Festival Cervantino programó este fin de semana en el Auditorio de Minas valieron el viaje a Guanajuato. El primero de ellos corrió a cargo de una de nuestras más notables intérpretes, la Maestra Silvia Navarrete… Al día siguiente Christian Leotta enardeció al público que colmaba la sala ya no con refinamientos y sutilezas, sino con el vigor y contundente energía propios de sus años mozos. Ha sido para mí una gran satisfacción hallar en Leotta un artista capaz de echar por tierra la reputación de que Liszt no es más que “puras notas”: inició con sus Dos Estudios de Concierto S. 145, tan manidos en lecturas plenas de mero virtuosismo mecánico, dichos ahora con un enfoque distinto, pleno de poesía y atinadas licencias, como cuando más que seguir la indicación dada (Vivace), inició tranquilamente el primero de ellos, Waldesrauschen, continuando dicha tónica en Gnomenreigen, marcado Presto scherzando por el autor. Las Dos Leyendas S. 173 que redondearon la primera parte de su actuación permitieron aquilatar que, a pesar de su juventud, Leotta posee la madurez suficiente para brindar lo mismo lecturas introspectivas, plenas de misticismo, solemnidad y elocuencia -tal como demostró en los pasajes declamatorios de St. François d´Assise. La prédication aux oiseaux – que la solvencia técnica para sortear triunfalmente las escalas, terceras y demás complicaciones que aderezan St. François de Paule marchant sur les flots. Para quienes amamos la música para piano, el momento climático de este Festival fue posibilidad de escuchar la transcripción realizada por Liszt a la Quinta Sinfonía, en do menor, Op. 67 de Beethoven, con que Leotta coronó su actuación. Aquello fue apabullante. No solamente estaban ahí todas las notas escritas por Beethoven en el original orquestal, sino también todo el colorido y vitalidad que podría uno anhelar en el más depurado ensamble sinfónico. “Esta pieza no es una transcripción, es una Obra Maestra”, me dijo Leotta, extenuado y satisfecho al término del recital. Cuán evidentes se hicieron los estudios de este joven italiano con Rosalyn Tureck, ya que logró que más que bloques de acordes, fuéramos capaces de percibir todas y cada una de las voces de los distintos instrumentos… en fin, declaro mi incapacidad para hacer justicia a esta electrizante interpretación que puso de pie al público durante una ovación tan larga como merecida a este titánico esfuerzo…y les paso un tip a los melómanos de la Ciudad de México: el próximo martes 24, Leotta repetirá esta hazaña en el Instituto Italiano de Cultura ubicado en Francisco Sosa n. 77. No se lo pierdan”. TRANSLATION: Much more than twenty fingers “Each on its own terms, the two piano recitals that the Festival Cervantino scheduled this weekend in the Auditorio de Minas were worth the trip to Guanajuato. The first featured one of our best-known Master performers, Silvia Navarrete… On the following day, Christian Leotta heated up the packed auditorium, not with refinements and subtleties, but with the strength and undiluted energy of his peak years. It has been a great satisfaction for me to find in Leotta an artist capable of debunking the reputation of Liszt’s music as nothing more than “just notes”: he began with his Two Etudes of Concerto S. 145, which can be so hackneyed when read with simply mechanical virtuosity, but now addressed with a different focus, full of poetry and respectful license, as when, rather than merely following the indication given (Vivace), he began the first of them, Waldesrauschen, tranquilly, continuing this tone in Gnomenreigen, marked Presto scherzando by the author. The Two Legends S. 173 rounding out the first part of his performance allowed the audience to appreciate that, despite his youth, Leotta has enough maturity to offer introspective readings, full of mysticism, solemnity and eloquence –as he demonstrated in the declamatory passages of St. François d´Assise. La prédication aux oiseaux – as well as the technical ability to conquer the scales, thirds, and other complications sprinkled throughout St. François de Paule marchant sur les flots. For those of us who love piano music, the climatic moment of this Festival was the opportunity to hear Liszt’s transcription of the Fifth Symphony, in C minor, Op. 67 of Beethoven, with which Leotta crowned his performance. It was overwhelming. Not only were there present all the notes written by Beethoven in the original orchestration, but also all the colour and vitality one could wish for in the most refined symphonic ensemble. “This piece is not a transcription, it is a Master Work”, Leotta told me, exhausted and satisfied at the end of the recital. There was clear evidence of the studies of this young Italian with Rosalyn Tureck, since he made it possible for us to perceive, not just blocks of cords, but each and every one of the voices of the different instruments… in fact, I am incapable of paying full justice to this electrifying interpretation, which brought the public to its feet in the sustained ovation that this enormous effort deserved… and here is a tip for the music lovers of México City: on Tuesday the 24, Leotta will repeat this performance in the Italian Cultural Institute located at Francisco Sosa No. 77. Don’t miss it”. Leotta ofreció anoche su octavo recital de sonatas de Beethoven "ABC", Madrid (Spain), Viernes 2 junio 2006 "...un interprete situado en la misma tradición de Daniel Barenboim". TRANSLATION: Leotta gave last night his eighth recital of Beethoven's Sonatas "...an interpreter of Daniel Barenboim's tradition". Eintauchen in Beethovens Welt Felicitas B. Ackermann, "DAS ECHO", Vancouver (Canada), Nummer 36/286 - Mai 2006 "...Christian Leotta, der auf Einladung des Italianischen Kulturinstituts nach Vancouver gekommen war, um das Integral aller 32 Sonaten von Beethoven in acht Vorträgen... vom 28. Februar bis zum 30. März zu präsentieren... gewährte seinen Zuhörern ein atemberaubendes Eintauchen in die Musik des großen deutschen Komponisten. Allein die Virtuosität des Pianisten, der original getreu den vorgeschrieben Tempi und Stimmungen der einzelnen Werke folgte, erntete starken Beifall. Was aber der Musik einem lebendigen Inhalt verlieh, war Leottas tiefe Einfühlung und Wiedergabe der so gegensätzlichen Gemütsbewegungen in den verschiedenen Sonaten. Die reichten von Scherz und Fröhlichkeit und tänzerischer Spielrei, über Wehmut und bewegender Traurigkeit, bis hin zur festen Ergenbenheit und Hingabe in Unabänderliches. Feurige Einführungen, klare Ausführungen und Variationen der einzelnen Themen, besinnliche Mitte und stille Sätze, Energie geladene Endungen, überfluteten die Zuhörer. Vom rapiden Tempo bis zum langsamen Adagio, vom brausenden Fortissimo bis zum zarten, ganz leisen Pianissimo, nichts entging der Fingerfertigkeit Christian Leottas. Man hatte den Eindruck, er lauschte der Stimme des Komponisten und übertrug das getreu auf die Tasten des Flügels. Und so wurde man eingeweit in die musikalisches Persönlichkeit Ludwig van Beethovens. Alle Werke bezeugten Integrität, Lebenserfahrung und Lebensbewältigung... Leottas reife, faszinierende Interpretation stellte uns Beethovens Musik auf eine neue beglückende Art vor... Das zeugt von der Artistik des Pianisten, seine Zuhörer in einen starken Bann zu versetzen...". TRANSLATION: A journey into the world of Beethoven "Christian Leotta, invited to Vancouver by the Italian Cultural Institute to present the complete 32 piano sonatas of Beethoven in 8 recitals held between February 28 and March 30... offered his listeners an extraordinary journey into the music of the great German composer. The virtuosity of the pianist, who interpreted the works according to his own vision while taking nothing away from the historical context and annotations made by Beethoven himself, earned the audience's thunderous applause. However, that which afforded the music a lifeblood of its own was Leotta's profound involvement and interpretation of the dichotomous spirits of the different sonatas. These ranged from playfulness, joy, and driving rhythm followed by melancholy and moving sorrow, finally reaching a determined sense of resignation and passion for the Eternal. A fiery introduction, limpid expositions, variations of the individual themes, intimate feelings and whispered phrases, and energetic finales swept over the listeners. From the prestissimo to the slow adagio, from the vigorous fortissimo to the delicate and somewhat submissive pianissimo, Leotta's hands impeccably rendered them all. Leotta gave the impression that he was listening very closely to the voice of the Composer and was transmitting it faithfully to the keyboard. In this way we were introduced to the extraordinary musical personality of Ludwig van Beethoven. All of the works have been interpreted with integrity and a vital force.The interpretation of Christian Leotta is mature and fascinating, shedding new light, capable of bestowing happiness, on Beethoven's music.This is the proof of the pianist's artistry in casting a powerful spell over his listeners...". Leotta commuove Vancouver Nick Vultaggio - "MARCO POLO", Vancouver (Canada), settimana dal 11 al 17 aprile 2006 "Si è appena conclusa con grande successo di pubblico la serie integrale delle 32 sonate per pianoforte di Ludwig van beethoven (1770 - 1827), eseguita dal giovane pianista italiano Christian Leotta. Il pubblico di Vancouver ha così avuto l'opportunità unica di assistere alla serie integrale delle 32 sonate del compositore tedesco condensate nel breve arco di tempo di un mese, e già presentate da Christian Leotta, sempre con grande successo di critica e pubblico in cicli analoghi a Montréal, Como, Città del Messico, Rio de Janeiro e Ville de Québec... Di Christian Leotta, ormai ampiamente riconosciuto come uno dei maggiori interpreti sull'attuale scena pianistica dalla critica mondiale, colpiscono l'eccezionale capacità di far cantare il pianoforte e di esaltarne le qualità sonore nonché la straordinaria sicurezza nell'esecuzione. In particolare, Leotta riesce ad unire una carica espressiva fuori dal comune con una tecnica eccellente. Fra i momenti più alti delle otto serate musicali, rimangono particolarmente impresse nella memoria la sonata numero 21 op. 53 e la sonata numero 32 op. 111, che ha concluso l'intera serie; in esse il giovane interprete riesce a coniugare irruenza e momenti intimistici, mantenendo sempre un fraseggio elegante e coinvolgente. Nella celeberrima "Hammerklavier", opera particolarmente difficile in quanto associa a complessità di scrittura notevoli difficoltà esecutive, Leotta riesce ad esprimere al meglio suggestioni ed atmosfere della musica beethoveniana, grazie alla sua rara intelligenza e sensibilità espressiva. Le composizioni di Beethoven richiedono in generale una straordinaria maestria tecnica e una assoluta padronanza dello strumento, doti che Leotta riesce ad esaltare nella performance dal vivo, mettendo in luce il carattere energico del suo stile e rendendo ogni suo concerto un'esperienza unica. Commosso dall'interpretazione di Christian Leotta, il pubblico di Vancouver lo ha accolto calorosamente, tributandogli applausi e numerose standing ovation...". TRANSLATION: Leotta captivates Vancouver "The live performance of Ludwig van Beethoven's complete 32 piano sonatas by the young Italian pianist Christian Leotta has just been concluded to overwhelming public acclaim. the Vancouver audience has had the unique opportunity to experience the entire 32 piano sonatas of the German composer concentrated into the brief period of one month, having already been presented in analogous cycles by Christian Leotta in Montréal, Como, Mexico City, Rio de Janeiro, and Québec City, always to great press and public appreciation. Christian Leotta, who is now widely recognized by international critics as one of the leading interpreters on the world musical scene, enchants the audience with his exceptional capacity to make the piano "sing" and exalt the instruments timbre while dazzling his listeners with his extraordinary performance technique. In particular, Leotta manages to combine an extraordinary expressive energy with technical virtuosity. Among the high points of the eight musical soirees were the especially impressive the sonatas No. 21 Opus 53 and No. 32 Opus 111, which concluded the entire series; in these works the young artist succeeded in combining impetuosity and intimate moments while never disregarding his elegant and eloquent phrasing. In the celebrated "Hammerklavier", a particularly difficult work in that it associates significant technical difficulties with a complex style of writing, Leotta manages to express the fascination and atmosphere of Beethoven's music, thanks to his rare intelligence and expressive sensitivity. Beethoven's compositions generally require an extraordinary technique and absolute mastery of the instrument, gifts that Leotta fully exploits in his live performances by highlighting the energetic character of his style and making each concert a unique experience. Deeply touched by Christian Leotta's interpretation, the Vancouver audience welcomed him warmly, honouring him with thunderous applause and several standing ovations... ". Un Beethoven pervaso d'intimismo Alberto Nania - "LA GAZZETTA DEL SUD", Milazzo (Messina), 2 febbraio 2006 "È un Beethoven animato da una ricca dose di intimismo quello proposto dal pianista Christian Leotta. L'interprete, salito alla ribalta per essere risultato nel 2002 il più giovane pianista al mondo dai tempi di Barenboim ad avere mai affrontato in pubblico l'integrale delle 32 sonate di Beethoven, ha eseguito prima la "Sonata n. 27 in mi min. op. 90" e a seguire si è cimentato con la fantasiosa "Waldstein" detta "Aurora" abbozzata dal musicista di Bonn nel 1808 quasi in contemporanea all'"Appassionata". Leotta dà subito colore allo strumento, tratteggiando espressioni e stati d'animo che acquistano forma e volume in perfetta simmetria formale con la matrice stilistica dell'impaginato. La sofferenza terrena e la trasfigurazione ultraterrena che è insita nei due movimenti in successione della "Sonata in mi min. op. 90" lasciano poco spazio alla componente razionale, così che la tensione motivica non raggiunge mai l'impeto e la spregiudicatezza dell'intero quadro sonoro. Una scelta di campo che Leotta ha portato a termine con coerenza ed equilibrio formale. Nella seconda parte del concerto parte trovavano posto alcuni celebri esempi della produzione lisztiana, partiture eccelse che appartengono alla maturità del compositore. Leotta ha eseguito prima due "Studi da Concerto" e precisamente "Voci del bosco" e "Danza degli gnomi", dandone un'interpretazione corale e alla stesso tempo descrittiva e ha poi proposto le due "Legende", rispettivamente dedicate a "San Francesco d'Assisi che predica agli uccelli" e "San Francesco di Paola che cammina sulle acque". Autentici capolavori di ispirazione religiosa frutto della crescente considerazione verso questo tipo di composizioni da parte dell'autore. Applausi lunghi e calorosi per Christian Leotta che si è congedato dal pubblico con un bis: il "Minuetto dalla Sonata op. 10 n. 3" di Beethoven". TRANSLATION: A Beethoven brimming with Intimism "Pianist Christian Leotta proposes a Beethoven animated by a rich dose of Intimism.The artist, who entered the limelight in 2002 as the youngest pianist in the world since Barenboim to have ever undertaken the complete 32 Beethoven piano sonatas in public, first performed the sonata No. 27 in E-minor Opus 90 and followed by challenging himself to the unlikely "Waldstein", so called "Aurora", written by the Bonn composer in 1808, almost at the same time as the "Appassionata".Leotta immediately draws colour from his instrument, sketching expressions and moods that develop form and volume in perfect formal symmetry in keeping with the stylistic roots of the printed page. The earthly suffering and the unworldly transfiguration that is implicit in the two successive movements of the "Sonata in E-minor, Opus 90" leave little space for a rational component, so that the tension born of the motif never reaches the impetus and daring of the overall musical vision. This was a choice that Leotta made and carried through with formal coherence and equilibrium. The second part of the concert included some celebrated examples of Liszt's sublime scores that belong to the composer's maturity. Leotta first performed two "Concert Studies", or more precisely, "Voices of the Woods" and "Dance of the Gnomes", giving a choral interpretation yet at the same time a descriptive one, before proposing the two "Legends" dedicated to "Saint Francis of Assisi Preaching to the Birds" and "Saint Francis of Paola Walks Upon the Waters". Authentic masterpieces of religious inspiration, fruit of the growing consideration of this type of composition by the composer. The long, warm applause for Christian Leotta won the public and encore: the "Minuet from the Sonata Op. 10 No. 3" by Beethoven". Il Corriere di Tunisi - Daniel Passalacqua, (Tunis), n. 617, ottobre 2005 "l'Istituto Italiano di Cultura ci offriva un secondo concerto, dopo quello del 14 ottobre, presentandoci il giovane pianista Christian Leotta. Egli era preceduto da lusinghiere informazioni sul suo precoce percorso musicale e sul suo impressionante repertorio. Spiccano in modo particolare tra innumerevoli opere che vanno da Johann Sebastian Bach a Luciano Berio passando dai grandi romantici dell'800, i cinque concerti per pianoforte ed orchestra e le 32 sonate di Ludwig Van Beethoven. Sono tutte opere monumentali e stupisce apprendere che già dal 2002, a soli 22 anni, Christian Leotta aveva presentato a Montreal l'integrale delle 32 sonate in un ciclo di 8 concerti (seguendo così le orme di Daniel Baremboim), e che da allora rinnova periodicamente questa immane impresa un po' ovunque nei maggiori teatri del mondo. Inoltre è attualmente in corso a Losanna il completamento della registrazione in 10 CD delle sonate, che verranno prossimamente distribuiti. Ed è a riconoscimento dei suoi meriti che il Presidente della Repubblica italiana gli ha conferito nel 2004 la sua prestigiosa Medaglia. Il programma presentatoci iniziava con tre sonate (mi magg. K.380, sol min. K.450 e mi magg. K.531) ed una toccata (re min. K.141) per clavicembalo di Domenico Scarlatti, le tre prime tratte dalle ben 555 composte dall'autore, 18 delle quali furono concepite per i pianoforti di cui disponeva a Madrid, poiché aveva scoperto nei loro timbri qualità inaudite prima e nuovi mondi espressivi. Christian Leotta ha ricreato con queste quattro pagine il piccolo mondo che caratterizza ognuna di esse, dando di continuo impulso al ritmo con chiarezza ed implacabile precisione. Dalla logica forse un po' fredda ma pur sempre avvincente di questa pagine caratteristiche della musica barocca, l'artista ci ha trasportati con un balzo in pieno romanticismo, con due opere di Franz Liszt, "La predica agli uccelli di San Francesco d'Assisi" e "San Francesco di Paola cammina sulle acque", due leggende tratte dalle"Annate di pellegrinaggio". Della prima ho apprezzato la luminosa chiarezza che ne ha fatto sprigionare Christian Leotta e la purezza dei trilli evocatori degli uccelli presenti attorno al Santo. Della seconda ho particolarmente amato il grandioso finale, molto espressivo, e la vigorosa mano sinistra tanto efficace. Franz Liszt aveva rivoluzionato il pianoforte, traendo l'esempio da Beethoven, da lui tanto ammirato. Ed è con due sonate di Ludwig van Beethoven che si chiudeva il programma. Christian Leotta proponeva dapprima una perfetta lettura della "Sonata N°10 in sol mag. op.14 N°2" composta nel 1798, all'inizio del suo soggiorno viennese, mettendo in risalto le opposizioni ed i contrasti che la caratterizzano, la verticalità inabituale dell' "andante" e sopratutto l'ammirevole contrappunto fugato dell' "allegro assai" finale. La "Sonata N°23 in fa min. op.57 Appassionata" del 1806 è ben diversa dalla precedente. Così denominata dall'editore, pare con l'assenso dell'autore, è un'opera della piena maturità, travolgente, brulicante di invenzioni geniali, in cui Christian Leotta ha costruito sapientemente lo scatenarsi delle forze elementari e delle passioni, suscitando l'entusiastico apprezzamento del pubblico accorso numerosissimo". TRANSLATION: "On Thursday, October 27, the Italian Cultural Institute offered a second concert, following the one held on October 14, featuring the young pianist Christian Leotta, who was preceded by a wealth of flattering information concerning his precocious musical career and his impressive repertoire. Among the countless works that range from Johann Sebastian Bach to Luciano Berio, passing through the great 19th-century Romantics, there are the 5 Concertos for piano and orchestra and the 32 Sonatas of Ludwig van Beethoven. These works are all monumental and it is awesome to consider that in 2002, at only 22 years of age, Christian Leotta had presented the complete collection of 32 Sonatas in a cycle of 8 concerts in Montreal (thus following in the footsteps of Daniel Barenboim), and that since then he has periodically repeated this extraordinary feat here and there in major concert halls around the world. Moreover, the 10 CD recording of all the Sonatas is now being completed in Lausanne and is set for release in the near future. It is also to his merit that he received a Medal from the President of the Italian Republic in 2004. The program began with three sonatas (E-major, K.380, G-minor, K 450, and E-major K.531) and a Toccata (in D-minor, K.141) for harpsichord by Dominico Scarlatti, the first three of the 555 he composed, 18 of which were conceived for the pianos made available to him in Madrid, having discovered previously unheard qualities and new expressive worlds in them. Christian Leotta has recreated the little world that characterises each of them with these four pages, giving a continuous impulse to the rhythm with clarity and implacable precision. From the perhaps cold but always fascinating logic of these characteristic pages of Baroque music, the artist transported us with a leap into full Romanticism with two works by Franz Liszt, "St. Francis of Assisi's Sermon to the Birds" and "St. Francis of Paola walks upon the waters", two legends from his "Years of Pilgrimage". Of the first I appreciated the luminous clarity that Christian Leotta coaxed from it and the purity of the evocative trills of the birds surrounding the Saint. Of the second I particularly loved the grandiose finale, very expressive, and the vigorous left hand, which is so effective. Franz Liszt had revolutionised the piano, taking example from Beethoven, whom he had always admired. And it is with two sonatas by Ludwig van Beethoven that the program concluded. Christian Leotta first offered a perfect performance of the "Sonata No. 10 in G-major, op. 14, No. 2", composed in 1798 during the beginning of his Viennese sojourn, highlighting the opposition and contrast that characterise it, the peculiar verticality of the "Andante" and, above all, the admirable fugue in counterpoint of the "Allegro assai" finale. The 1806 "Sonata No. 23 in F-minor, Op. 57 Appassionata" is very different from the previous one. So called by the publisher, apparently with the composer's consent, this is a work of full maturity, overwhelming, brimming with ingenious invention, where Christian Leotta has knowingly constructed an unleashing of elementary forces and passions, rousing an enthusiastic appreciation in the numerous members of the audience. Giving into inexorable demand, he then performed a page by Liszt as an encore, the "Voices of the Woods", allowing the audience to take their leave amidst a euphoric atmosphere and fully hoping that not much time would pass before their next encounter". Un fiero Leotta tra i virtuosismi di Liszt Stefano Lamon, "LA PROVINCIA", Como (Italy), 19 ottobre 2005 "...è toccato al Carducci e alla sala da concerto per eccellenza in città ospitare, in una sorta di sodalizio fra le maggiori istituzioni musicali cittadine, il recital pianistico di Christian Leotta, giovane artista che porta le sue radici comasche nel mondo musicale. Il concerto ha visto il giovane Leotta dividersi fra quel Beethoven di cui è interprete ormai in ogni continente dell'integrale sonatistica e un Liszt giocato fra i virtuosismi dei due Studi da Concerto S. 145 e le due coeve Leggende ispirate ai santi Francesco d'Assisi e Francesco di Paola. A poco più di due anni dal grande esperimento dell'integrale, riascoltare nella cornice del Salone Musa da Christian Leotta due Sonate (quelle in sol maggiore op. 14 n. 2 e in do maggiore op. 2 n. 3) ha significato ritornare al trasporto condiviso di quelle serate, ritrovare la chiave interpretativa che dice di un Leotta attento cesellatore della poetica beethoveniana, scrupoloso declamatore di ogni aspetto semantico -melodico, armonico o timbrico che sia - con un puntiglio che rimanda a Schnabel piuttosto che a Backhaus. Con la nuova avventura lisztiana Leotta è andato a scovare quattro pagine del 1863, il terzo degli anni romani, quello della visita a Pio IX, accomunate dall'intento caratteristico rievocativo e dalla religiosità. Anche qui l'interprete ha messo in campo la lettura minuziosa, il virtuosismo meticoloso, la declamazione sentenziosa del descrittivismo di Liszt: singolare, fra tutto, il dogmatismo ascetico, quasi parlante del dialogo sonoro contenuto nella Predicazione agli uccelli...". TRANSLATION: A proud Leotta amidst the virtuosity of Liszt "...it was the turn of Carducci's and the most important municipal concert hall to host, in a sort of collaboration among the principal local musical institutions, the piano recital by Christian Leotta, the young artist who brings the traditions of his Como upbringing to the world of music. The concert was a demonstration of the diverse talents of the young Leotta, who for this program divided himself between the works of Beethoven, for which he has become the intercontinental interpreter of the entire collection of sonatas, and a Liszt performed between the virtuosity of the two Concert Studies S. 145 and the contemporary Legends, inspired by Saints Francis of Assisi and Francis of Paola. Just a little over two years from the great experiment of the integral, hearing two Sonatas (the one in G-major Op. 14 No. 2 and the one in C-major Op. 2 No. 3) performed by Christian Leotta in the setting of the Salone Musa meant a return to the selfless passion of those evenings, of rediscovering the interpretative key that speaks of Leotta as a meticulous polisher of Beethoven's poetics, scrupulous observer of each aspect of the semantics - whether melodic, harmonic, timbre - with an insistence that reminds us of Schnabel rather than Backhaus. With the new Listzian adventure, Leotta manage to dig up four pages dated 1863 during the third of the years he spent in Rome, that of his visit to Pius IX, mixed with his characteristic evocative intent and religiosity. Even here the interpreter summoned up a detailed reading, the meticulous virtuosity, the sententious declamation of Liszt's descriptiveness: unique, among all, is the ascetic, almost lifelike, dogmatism of the dialogue contained in the Sermon to the Birds...". Le courage selon Christian Leotta Richard Boisvert, "LE SOLEIL", Ville de Québec (Canada), le 11 mars 2005 "Christian Leotta a conclu l'intégrale des Sonates de Beethoven comme il l'avait commencée, c'est-à-dire en cherchant à donner à chaque sonate, et à chaque mouvement, un caractère qui lui est propre. Hier soir, c'est sourtout dans l' opus 111 qu'on a pu goûter au fruit de ses recherches rigoureuses et de son travail d'interprétation minutieux. (Après la Sonate no 8 en do mineur, op 13 "Pathétique" ) Leotta a enchaîné avec la Sonate no 16, amusante, satirique à souhait, et interprétée comme telle. Imitant quelque chanteur présomptueux, le deuxième mouvement s'est transformé en une délicieuse parodie, parfois à la limite du grotesque. Les Sonates nos 24 et 32, présentées en deuxième partie, étaient très maìtrisées. Je retiens surtout l'Arietta pour la simplicité sans compromis de son caractère, pour sa facture aboutie jusque dans les moindres détails. On aurait dit parfois une boîte à musique. S'il est une qualité qu'il faut reconnaître à Leotta, c'est sa volonté de pousser à fond sa démarche pour arriver à reproduire exactement l'effet souhaité. De tout ce que j'ai entendu, depuis le 1° février, je garderai certainement le souvenir du premier mouvement de la Clair de lune exécuté tout au long sur une même et longue pédale et articulé avec une infinie délicatesse. On pouvait reconnaître dans cet effet très réussi le produit d'une vision claire, épurée et appuyée sur une réflexion sérieuse et approfondie. On peut aussi remercier le pianiste d'avoir su, en embrassant l'oeuvre dans sa globalité, en faire comprendre la richessee et la diversité. On se rende compte à présent que la grande majorité des pianistes dédaigne, à tort, un tas de petits bijoux. L'attitude respecteuse de Christian Leotta vis-à-vis de l'oeuvre est à mon avis tout aussi admirable que son courage. Et du courage, Dieu sait s'il en a fait preuve pour se rendre à la fin de l'aventure. De son propre aveu, le pianiste italien a trouvé très éprouvant son séjour à Québec, essentiellement à cause de la rudesse du climat. Il a beau aimer notre ville et son public, il reste qu'à Mexico ou à Madrid, on risque moins de prendre froid. " Chaque fois c'est différent, a-t-il déclaré lorsqu'on lui a demandé de dresser un premier bilan artistique de sa prestation. Comme c'était plus difficile, j'en suis plus satisfait. Tout ce qui pouvait être fait a été fait". On n'en doute pas un seul instant". TRANSLATION: Courage according to Christian Leotta "Christian Leotta concluded the integral of the Beethoven Sonatas as he started, trying to give to each sonata, and to each movement, its own character. Last night it was especially during the opus 111, that we were able to appreciate the result of his rigorous research and of his work of a meticulous interpreter. After the Sonata n. 8 in C minor, op. 13 "Pathétique", Leotta proposed the Sonata n. 16, amusing, marvellously satirical, and interpreted as such. Sounding like a conceited singer, the second movement was transformed into a delicious parody, at times at the limit of being grotesque. Sonatas n. 24 and 32, presented in the second part, were performed to perfection. I remember above all the Arietta due to the simplicity of its character without compromises, for its workmanship finished to the minimum detail. It was possible to imagine a carillon. If there is a quality that it is necessary to recognize in Leotta, it is his will to do everything possible, as he proceeds, in order to achieve the exact effect he was aiming at. Of all that I listened to after February 1st, I would certainly mention the memory of the first movement of the Moonlight, fully performed on a same long pedal and articulated with an endless delicacy. One was able to recognize in this most successful effect the result of a clear vision, refined and sustained by a serious and profound reflection. The pianist can be thanked therefore for having been capable of embracing the work in its entirety and of making its wealth and diversity known. We realise today that most pianists disdain, so wrongly, many small jewels. The respectful attitude of Christian Leotta towards each work is, in my opinion, as admirable as his courage. And only God knows what courage he needed to reach the end of his adventure. As he himself recognizes, the Italian pianist found his stay in Québec very hard, essentially due to the harshness of the climate. He liked our city and its public immensely, but the fact remains that in Mexico City or in Madrid one is less at risk of getting cold. "Each time is different", he declared when asked to trace a first artistic impression of the enterprise. "Considering that this time has been harder, I am even happier. All that could be done was done". And on this remark we did not have for a single moment any doubt". Le plaisir croît avec l'usage Richard Boisvert, "LE SOLEIL", Ville de Québec (Canada), le 8 février 2005 "Christian Leotta a bien raison de comparer l'intégrale des Sonates pour piano de Beethoven à une aventure musicale toujours renouvelée, jamais répétitive. Deux récitals seulement et,déjà, une large perspective commence à se dessiner. On s'y est plongé encore une fois avec intérêt, dimanche après-midi, à la chapelle historique Bon-Pasteur.La Sonate n° 14, la fameuse Clair de lune, a d'abord suscité une écoute recueillie, quasi religieuse. Le pianiste a réellement cherché à atteindre le maximum d'effet qu'il pouvait tirer de l'instrument dans la nuance pianissimo,au risque de perdre une note ou deux. Les triolets flottaient en suspension dans l'espace, suggérant une apesanteur tout impressioniste. De grands contrastes ont également marqué l'interprétation de la Sonate n° 7, notamment son second mouvement, particulièrement intense par sa lenteur et sa tristesse. La Sonate n° 27, la plus légère du récital en termes de caractère, comprend un très joli deuxième mouvement. Déjà romantique dans son esprit, il faisait un peu penser à Brahms. Leotta a ensuite courageusement attaqué la Waldstein, la sonate la plus ambitieuse du programme. Un choix tout à fait réfléchi. Le Rondo final, marqué par l'utilisation généreuse de la pédale, venait en effet jeter une sorte de pont esthétique vers la Clair de lune, reliant ainsi la fin du concert avec le début". TRANSLATION: The pleasure grows more and more "Christian Leotta is certainly right in comparing the integral of Beethoven's Piano Sonatas to a musical adventure always new, which is never repetitive. After only two recitals, a deep vision is already visible. Sunday afternoon, at the chapelle historique Bon-Pasteur, our listening was once more embracing and interesting. The Sonata n. 14, known as Moonlight, from the very start aroused a silent, most religious listening. In the pianissimo nuance, the pianist tried to draw the maximum from the instrument, with the risk of missing one or two notes. The triplets therefore fluctuated suspended in space, suggesting an impressionistic levitation. Considerable contrasts equally characterized the interpretation of Sonata n. 7, especially in the second movement, particularly intense thanks to his slow rhythm and sadness. The Sonata n. 27, the lightest of the recitals in terms of character, has a beautiful second movement. Already romantic in its spirit, it made one think a little of Brahms. Leotta therefore bravely faced the Waldstein, the most ambitious sonata of the program. A well thought choice. The final Rondo, characterized by the generous use of the pedal, created a kind of aesthetical bridge to the Moonlight, in this way binding the end of the concert to its beginning". Engageante entrée en matière - Christian Leotta donne le coup d'envoi au Printemps Beethoven Richard Boisvert, "LE SOLEIL", Ville de Québec (Canada), le 2 février 2005 "On se demandait bien qui était vraiment ce Christian Leotta, un phénomène de 25 ans qui s'attaque à Québec à sa septième intégrale des Sonates pour piano de Beethoven en carrière. On sait depuis hier soir que c'est un pianiste solide, généreux, manifestement guidé par l'urgence de transmettre sa musique.À la fois équilibré, bien construit et extrêmement varié, ce premier récital avait quelque chose d'épique. Ècouter quatre ouvres dans la même soirée, il faut le reconnaître, c'est déjà toute une traversée. Pour se figurer ce que représente l'ensemble des Sonates, il faut multiplier par huit! De quoi donner le vertige! Quoiqu'il en soit, on a quitté la chapelle historique Bon-Pasteur en se disant que ce serait bien de pouvoir revenir entendre les sept récitals à venir. Cette impression est un très bon signe. Comme pour récompenser l'audace de ceux qui ont donné le nom " Printemps Beethoven " à un événement qui débute à Québec le 1er février, l'hiver a eu la délicatesse de s'adoucir un peu. C'était surtout heureux pour Christian Leotta, lui qui débarquait directement d'Italie. Le pianiste a semblé parfaitement à l'aise tout au long du récital. D'une façon générale, on a senti dans son jeu une belle fluidité. Sa franchise, son intégrité et son honnêteté lui font également honneur. Le respect du texte semble passer avant tout. On le sent à cause de la valeur qu'il accorde à chaque petit détail. Ainsi, pas un seul sforzando ne passe inaperçu, même s'il joue absolument tout de mémoire. Dans l'acoustique de la chapelle historique du Bon-Pasteur, assez réverbérée mais pas trop, l'instrument conserve toute sa clarté. À plusieurs reprises, Leotta a réussi à le faire chanter magnifiquement. On retient en particulier l'Andante de l'opus 109, avec son mezza voce ample mais sans emphase, d'un caractère religieux et tout de même si expressif. Le thème s'ouvre sur des variations vivantes et délicates dont la finesse de l'exécution a, sans l'ombre d'un doute, permis de comprendre à quel point ce pianiste peut réfléchir à son affaire. En bon musicien qu'il est, Leotta s'est servi de son intelligence et de son goût pour orienter la lecture de chacune des sonates, pour préciser le caractère de chacun des mouvements et pour les faire respirer. Si bien quejamais on n'aurait pu se lasser de l'écouter". TRANSLATION: Inviting debut - Christian Leotta opens the "Beethoven Spring" "One has surely asked oneself who this Christian Leotta is, a 25 year-old phenomenon who faces in Québec for the seventh time in his career the entire collection of Piano Sonatas by Beethoven. We know after last night that he is a solid pianist, generous, openly driven by the urgency to transmit his music. At the same time balanced, well constructed and extremely varied, this first recital has had something of epic. To listen to four works in the same evening, it has to be recognized, is already quite something in itself. In order to imagine what the Sonatas together represent, it is necessary to multiply all this by eight! Enough to make you dizzy! However, one leaves the chapelle historique Bon-Pasteur with the feeling that one will happly return to hear the 7 remaining recitals. This is a very good sign. As if to compensate the audacity of those people who have given the name of "Beethoven Spring" to an event that begins in Québec on February 1st, the winter has had the delicacy to mellow a little. A touch of fortune for Christian Leotta, who arrives directly from Italy. The pianist appeared perfectly at ease for the entire recital. In all of his performances there was beautiful fluidity. His frankness, his integrity and his honesty have equally honoured him. The respect of the text seems to be the most important thing. It can be felt in the value that the interpreter has given to every tiny detail. So not even one sforzando went unheard, even if the works are always performed by heart. In the acoustics of the chapelle historique Bon-Pasteur, quite reverberated but not excessively, the instrument preserved its complete clarity. Over and over again, Leotta succeeded in making it sing magnificently. In particular one remembers the Andante from opus 109, with the mezza voce ample but without emphasis, with a religious character and at the same time so expressive. The theme opened with variations full of life and delicate, whose fineness and confidence of performance allowed us to understand where this pianist is heading. As the excellent musician he is, Leotta used his intelligence and his taste to direct the interpretation of each sonata, to specify the character of each movement making them breathe. Done so well that it was impossible to tire of listening to him". |